Pubblico qui uno scritterello composto nel 2006, che sono andato a ripescare perché mi pare piuttosto appropriato. Il titolo era "Per evitare di essere fraintesi".
Mamma mia, come cambia il mondo!
(Il che non significa che cambi necessariamente per il peggio, può cambiare anche in meglio, dipende dai punti di vista, per alcuni il meglio è peggio e il peggio è meglio, non voglio offendere nessuno, facevo solo una considerazione generale sul cambiamento dei tempi senza per questo attribuire alla considerazione in questione una valenza qualsiasi, positiva o negativa.)
Una settimana fa faceva freddo, adesso col maglioncino qui a Cagliari si muore di caldo.
(Se uno soffre il caldo. So che esistono persone che adorano il caldo e allora starebbero benissimo qui a Cagliari. Dico Cagliari perché adesso sto a Cagliari, non perché Cagliari abbia qualcosa di meglio di, che so, Cernusco sul Naviglio, città che peraltro cito assolutamente a caso. Non che abbia qualcosa di peggio, per carità, faccio per dire eh?)
(Mi scuso se tra voi ci fosse qualcuno con un parente, un amico, un conoscente che sia effettivamente morto a seguito di un colpo di calore: non era mia intenzione offendere nessuno, ho solo usato una frase fatta.)
Non ci sta più la mezza stagione, il che potrebbe anche essere un bene, si dimezza il guardaroba, abiti pesanti e abiti leggeri e morta lì.
(Non è che io ce l’abbia con i produttori di abiti di mezza stagione, anche gli abiti di mezza stagione sono utilissimi, certo, come quelli di piena stagione.)
(Con l’espressione “morta lì” non intendevo assolutamente offendere la sensibilità di chi ha avuto un recente lutto in famiglia.)
La casa dove sto a Cagliari è proprio carina.
(Avviso ai proprietari delle case che ho affittato in ventidue anni di carriera: anche le vostre case erano molto carine, tutte, tutte molto carine.)
(Avviso agli albergatori che mi hanno ospitato in ventidue anni di carriera: anche le stanze d’albergo che ho visitato erano tutte, tutte molto carine.)
E poi, è bello stare in casa invece che in albergo.
(Nel senso che la casa ti dà un senso di casa e l’albergo ti dà un senso di albergo, e quindi se uno, come succede a me, preferisce stare in una casa piuttosto che in un albergo allora è più bello stare in casa che in albergo. Chiaro che se qualcuno preferisce stare in albergo, allora la frase sopra va letta come segue: “è bello stare in albergo invece che in casa”. Questione di punti di vista, entrambi assolutamente validi, non è che chi preferisce la casa sia più intelligente di chi preferisce l’albergo, o viceversa, spero di essermi spiegato, se no scrivetemi una email e vedrò di essere più chiaro.)
Sto provando Il Barbiere di Siviglia, il che mi diverte sempre, perché quest’opera mi piace proprio.
(Mi piacciono anche le altre opere, tutte. Anche quelle che non capisco, ma che senza dubbio sono bellissime, non sto dicendo che il Barbiere sia superiore a Mahagonny. E con questo non intendo dire che non capisco Mahagonny, oddio, perché ho scritto Mahagonny, adesso penseranno che non mi piace Mahagonny…No, no, mi piacciono tutte, nessuna esclusa).
(Se ci fosse qualcuno a cui non piacciono tutte le opere, ecco, non è che dicendo che a me piacciono tutte intendevo dire che se a qualcuno non piacciono allora dovrebbero piacergli, va benissimo così, sia che gli piacciano sia che non gli piacciano.)
(Per gli eredi Brecht-Weill : Mahagonny è una bellissima opera.)
(Per gli editori musicali, tutti, nessuno escluso: idem dicasi per le opere da voi pubblicate.)
E poi i colleghi sono simpatici.
(Tutti i colleghi, non solo quelli di questa produzione.)
(Nota per gli antipatici: non si vuole qui dare alla simpatia una valenza necessariamente positiva. Anche l’antipatia va benissimo, è un modo come un altro di rapportarsi col mondo. Non che uno debba necessariamente rapportarsi, può anche non rapportarsi, ma se decide di rapportarsi allora va bene che si rapporti comunque desìderi.)
Beh, adesso vado a lavorare.
(Non credo che la frase precedente possa dare adito a interpretazioni differenti da ciò che ho scritto. Se mi sbagliassi, fatemi sapere e chiarirò.)
(E comunque, non volevo offendere chi è senza lavoro, ivi inclusa la categoria dei pensionati.)
Ciao.
(L’uso del “ciao” non implica assolutamente una familiarità con chi legge, a meno che chi legge non desideri una familiarità con chi scrive, nel qual caso indica senz’altro una familiarità.)
(L’ uso del termine °familiarità” non implica necessariamente che chi scrive attribuisca al concetto di “famiglia” una valenza superiore rispetto al concetto di “coppia di fatto”. Essi sono due concetti assolutamente rispettabili, ferme restando le opinioni personali di chi, è ovvio, resta liberissimo di preferire l’una all’altra a seconda delle proprie convinzioni politiche, morali, civili e religiose.)
(Nella frase precedente, i quattro sostantivi finali sono stati disposti in modo assolutamente casuale, senza voler far intendere nessuna precipuità dell’uno sull’altro. A questo modo, dunque, si potrà rileggere: morali, civili, religiose e politiche; morali, religiose, politiche e civili; religiose, politiche, morali e civili; civili, religiose, politiche e morali…)
(Nota : le ulteriori combinazioni di sostantivi omesse dall’esempio precedente sono state omesse per mancanza di tempo, non perché si ritengano meno importanti di quelle incluse.)
(Nell’uso del vocabolo “tempo” non si voleva far riferimento alla nota marca di fazzolettini di carta, peraltro non meno nota di altre marche che qui non cito non per cattiva volontà ma, appunto, per mancanza di tempo.)
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