Caro amico,
se stai muovendo i primi passi nel meraviglioso mondo dell’Opera e non sai esattamente come comportarti per conquistare in breve tempo sicura fama di raffinato intellettuale, e se il tuo obiettivo è quello di essere considerato al più presto un punto di riferimento tra i tuoi amici e le tue amiche, di facebook e altrove, eccomi in tuo soccorso.
Segui alla lettera le mie indicazioni e vedrai che ben presto raggiungerai il risultato che desideri, e forse avrai presto anche una paginetta tutta tua su qualche testata chic.
Anzitutto: prediligi sempre e comunque i cantanti stranieri, con un occhio particolare a quelli di ceppo celtico. Non importa se manganellano la nostra lingua, tanto il repertorio italiano è in ogni caso da considerarsi di serie B.
Se Victor Von Katzemberger, ad esempio, decide di cantare il Marchese di Posa e un intero teatro lo subissa di fischi, tu escitene indignato dicendo che non hanno colto le reminiscenze schubertiane che è riuscito ad evocare nella Morte di Rodrigo. Non vuol dire niente, ma questo i tapini che ti ascoltano non lo sanno e se ne andranno a casa con le orecchie basse dalla vergogna.
Tieni a mente che l’intellettuale ama sempre e comunque opere semisconosciute o dimenticate. Comprati dunque la Garzantina della Musica e manda a mente trame e titoli ignoti al volgo: vedrai che, dopo qualche tempo, riuscirai anche ad inventarne di tuoi. Dopo un’esecuzione di Aida, increspa leggermente la bocca verso il basso e sussurra al tuo vicino “Eh, ma la Giuditta Deflorata di Sbambati che ho sentito ieri nell’esecuzione delle Minchie Resonanti Vocal Consort al festival di Grunzenverden era tutta un’altra cosa!”
Avrai notato che la Giuditta Deflorata è inequivocabilmente un titolo italiano, e ti sarai chiesto come sia possibile visto che poco fa ti ho detto che il repertorio italiano è da considerarsi di serie B.
Ebbene, qui sta il trucco: il repertorio italiano che ha reso celebre l’Italia al mondo è quello di serie B, mentre tutto quello che è successo prima di Cimarosa e dopo Mascagni è sublime. Tutto. Berio, bene. Nono, benissimo. Marenzio, indimenticabile. Carissimi, un Dio. Butta lì un Maderna ogni tanto, cita Tosatti ma con un lieve ammiccamento come a dire “mah”, estasiati per Ludovico da Victoria, simula un orgasmo papillare quando parli di Cazzati (esiste!), e ogni tanto sospira “ahh, Arcangelo del Leuto!” e vedrai che risultati!
Anche in questo caso fai pure riferimento alla Garzantina e scoprirai un sacco di nomi interessanti. Attenzione però: sincerati che sia tutta gente morta, perché apprezzare un compositore contemporaneo vivente non fa chic. Per quest’ultima categoria si dice :”ha preso uno spartito di Puccini (smorfia di dolore), l’ha messo a computer e l’ha stampato a rovescio”.
Iscriviti a un forum operistico, ce ne sono tanti, con un nome raffinato che dia l’idea di essere al contempo un intellettuale e un giustiziere. Suggerisco Armageddon. Una volta iscritto, spargi copiose palate di sterco su qualsiasi cantante o direttore d’orchestra siano in sicura carriera da almeno vent’anni, e parla malissimo di qualsiasi produzione di qualunque ente lirico italiano.
Ricorda, i grandi spettacoli si fanno all’estero: Finlandia, Svezia, Danimarca, Islanda, e in generale qualsiasi scomodissimo festival estivo d’oltreconfine o, al limite, in qualche sperduto paesello dell’entroterra molisano.
Parla invece molto bene dei cantanti giovani, meglio se al secondo anno di esperimento di canto, oppure di un cantante che tutti fischiano, che fa un’opera ogni cinque anni, ma che un critico togato ha definito una volta “il nuovo …..” (metti sui puntini il nome che preferisci).
Comunque tieni sempre a mente che se il cantante in questione fa il repertorio di serie B è spacciato, a meno che non si redima con un’intensa attività concertistica (nel molisano, appunto) dove ammannisce al pubblico il repertorio di serie A, con particolare predilezione per la liederistica.
Facciamo dunque un breve accenno ai lieder. Vanno bene tutti, purchè siano cantati da un cantante straniero. Ricorda che l’intellettuale vuole che la pronuncia tedesca sia perfetta, indipendentemente dal fatto che egli parli o no il tedesco: se non è perfetta, lo “sente”. Per motivi misteriosi, un cantante italiano non ha mai una perfetta pronuncia tedesca, a meno che non sia altoatesino, nel qual caso noterai una pronuncia buona ma con sfumature terribilmente "del sud".
Per il repertorio italiano ricorda invece che la pronuncia non è fondamentale, basta il suono: persino il soprano d'oltreoceano con voce gloriosa che però canti Son Munta, Grassa o Dio, estremasill queteypermey, son Munta! si giustifica col fatto che il repertorio italiano è di serie B, ricordi?
Anche i direttori artistici la pensano generalmente come te, tant’è che per un’opera russa chiamano i russi, l’opera tedesca va data ai teutonici, quella inglese va ai sudditi di Sua Maestà Britannica, le opere francesi le danno ai francesi, e per il repertorio italiano va bene chiunque.
Prima di chiudere, ecco due semplici consigli: non dimenticare mai che il cantante è come il nemico, è buono solo quello morto. Quindi sulloda senza problemi chiunque sia nella fossa da tempo, e se riesci a ricordare il nome di un cantante morto che nessuno conosce prenderai due piccioni con una fava. Se poi lo sconosciuto cantante morto era un celebrato interprete finnico di Hugo Wolf di cui esiste una sola incisione su filo riversata una sola volta per sbaglio come cadeau natalizio di una banca sudafricana, le tue quotazioni andranno alle stelle! Ricorda infine che qualsiasi regia tu non capisca è generalmente geniale. Per quelle che invece capisci dì pure “ è un presepio” oppure trincerati dietro un laconico “non c’è regia” che va bene sempre e fa la sua figura.
Certo, ci sono ancora molte altre cose da sapere per diventare un guru dell’Opera, ma sono sicuro che se segui la tua vera natura e soprattutto se saprai riversare tutte le frustrazioni della tua vita in un sintetico giudizio sul lavoro altrui diventerai presto quello che speri di diventare: un riverito, adulato, coccolato, ricercato, temutissimo stronzo.