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  • misteralfi

Tutta la musica è leggera


Vedete, tutta la musica è leggera.

Come posso spiegarvelo?

Vorrei trovare le parole giuste per raccontare il miracolo della musica, la meraviglia di una forma d’arte che non imita la realtà, che non riproduce qualcosa, che crea dal nulla come se fosse un piccolo Dio, vorrei farvi toccare con mano quanta magia c’è in una serie di note che non esistono, che non puoi nemmeno sfiorare con un dito, che non puoi descrivere…quanto sia sublime che una voce, una sola voce, possa farvi piangere o ridere, possa toccarvi l’anima semplicemente cantando una melodia…vorrei…

Vorrei essere pubblico.

Vorrei esserlo, e sarei un pubblico vergine, straordinariamente ignorante, e mi lascerei sommergere dalla bellezza di quello che succede in palcoscenico, senza voler capire a tutti i costi, senza cercare la verità esecutiva, senza pensare di avere in tasca la formula del come si fa con cui misurare la prestazione di chi mi sta regalando quei momenti di Paradiso.

Se fossi pubblico vorrei essere un pubblico meraviglioso, di quelli che si divertono, che ridono quando c’è da ridere e piangono quando c’è da piangere.

Vorrei essere un pubblico di quelli che non credono di sapere, e neanche di quelli che lo sanno davvero.

Vorrei potermi sedere su una poltrona in teatro con la stessa quieta sensazione di inadeguatezza che si ha quando si è ospiti in una casa straordinariamente bella, e guardare intorno pronto a divertirmi come fa un bambino che sale sulle montagne russe.

Vorrei essere uno di quelli che davvero non riescono ad andare in camerino a chiedere un autografo, e se ce la fanno allora il cuore gli balza in gola dall’emozione.

Sì, vorrei essere un pubblico bambino, di quelli che parteggiano per il buono e disprezzano il cattivo, che piangono per la povera Violetta non perché ha infilato un mibemolle ma perché, santo Dio, è Violetta. Di quelli che applaudono Figaro perché, santo Dio, è Figaro.

Vorrei avere l’innocenza dello spettatore che non si lascia avvelenare la vita da qualcosa che è andata storta nello spettacolo semplicemente perché non si accorge nemmeno che qualcosa sia andato storto.

Vorrei essere di quelli che non stanno a guardare il dito quando questo sta indicando la luna.

Vorrei essere uno dei gondolieri che cantavano Di Tanti Palpiti dopo la prima Veneziana di Tancredi mentre spingevano la loro gondola per le calli della città…canticchiare semplicemente, perché tutta la musica è leggera. Tutta la musica, tutta, anche l’Opera, è leggera quando non è ossessivamente vivisezionata, messa sotto la lente d’ingrandimento o stuprata al microscopio.

Vorrei essere in grado di esclamare ma come fa? senza mai avere la curiosità di capire davvero come fa, e cacciare per sempre dalla mia vita chi prova a insegnarmi come si smonta il giocattolo.

Vorrei poter dire, come scrisse Giovan Battista Marino,

Udir musico mostro, oh meraviglia,

che s'ode sì, ma si discerne apena,

come or tronca la voce, or la ripiglia,

or la ferma, or la torce, or scema, or piena,

or la mormora grave, or l'assottiglia,

or fa di dolci groppi ampia catena,

e sempre, o se la sparge o se l'accoglie,

con egual melodia la lega e scioglie.

Questo solo vorrei.

Ma voi, che lo potete, siatelo. Non fatevi rapire le vostre emozioni, da nessuno.

Tutta la musica è leggera.

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